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Oltre il PIL

Modelli complementari di valore sociale e sostenibilità misurabile

Il PIL, pur rimanendo un indicatore economico di riferimento, non è più sufficiente a rappresentare il benessere complessivo di una società. Il paradigma che Prosumer si propone di portare avanti – per realizzare la Visione Strategica della propria Mission – passa per l’adozione di modelli di valore sociale interoperabili e misurabili, in grado di integrare dimensioni simboliche, relazionali e ambientali all’interno di un sistema di riconoscimento reciproco.

Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è stato per decenni l’indicatore principe del progresso economico. Tuttavia, la sua natura quantitativa e monetaria non consente di misurare ciò che non produce un ritorno economico immediato, ma che genera benessere reale: relazioni, fiducia, sostenibilità, salute, qualità della vita.

Il PIL, in sintesi, misura la quantità ma non la qualità. Può dirci se la nostra società è molto o poco, ma non se si tratta di salute o malattia…

Tra i limiti più rilevanti si segnalano:

  • l’assenza di indicatori di felicità, benessere soggettivo e salute sociale;
  • la mancanza di misurazione del capitale sociale e relazionale;
  • l’indifferenza rispetto alle esternalità negative (inquinamento, degrado ambientale, consumo di risorse);
  • l’indisponibilità di informazioni sulle disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza;
  • la confusione tra costi e investimenti (una ricostruzione post-disastro accresce il PIL ma non il benessere);

Da qui nasce l’esigenza di sistemi complementari capaci di integrare dimensioni economiche, sociali e ambientali in un quadro unitario e interoperabile.

Le alternative si articolano su più livelli:

  • Indicatori multidimensionali come HDI, BES o Happy Planet Index, che combinano dati economici, sociali e ambientali;
  • Contabilità del capitale naturale, volta a integrare nel sistema economico il valore dei servizi ecosistemici;
  • Misurazione del capitale sociale e del valore simbolico prodotto dalle relazioni di fiducia, dalla coesione e dalla partecipazione civica;
  • Monetizzazione etica del valore sociale, secondo il paradigma Prosumer, che consente di “pagare a vista la sostenibilità” trasformando il capitale simbolico in valore d’uso concreto, all’interno di reti comunitarie interoperabili;
  • Sistemi federati di scambio sociale, nei quali il valore generato da cittadini, associazioni e amministrazioni è misurato e riconosciuto secondo protocolli condivisi.

Queste soluzioni non sostituiscono il PIL, ma ne completano la visione, rendendo visibili le dimensioni immateriali che determinano la tenuta e la prosperità di una società.

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